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giovedì 24 ottobre 2013

Libera...moci dalla miseria


di Paolo Cenciarelli

In un paese moderno, democratico e civile quale dovrebbe essere l’Italia, in cui - per fortuna- la popolazione non è afflitta da  tragiche e apocalittiche contingenze ( quali la guerra, le carestie e le pandemie croniche, apocalittici cataclismi naturali), i fattori essenziali per lottare contro il crescente stato di povertà di una sempre più ampia fascia di cittadini, sono rintracciabili nella ricerca delle risorse economiche da rendere disponibili per un intervento strategico a lungo termine ( e non certo per un paternalistico assistenzialismo una tantum), e di conseguenza tali fattori dipendono dalle scelte lungimiranti di governanti a servizio del bene collettivo.

Questo “ovvio” e teorico elemento di partenza per aggredire il crescente impoverimento delle famiglie italiane si è caratterizzato, nel più recente dibattito nostrano,  in una serie di scelte di investimenti pubblici da decine e decine di miliardi di euro da parte del Governo  che però rischiano ( per opera soprattutto degli stessi nostri governanti) di essere metabolizzate dagli elettori come antinomie “salomoniche” e quindi senza possibilità di poter giudicare un elemento più meritevole dell’altro; rispetto a questi “dilemmi” e di fronte alla reale esigenza di lotta alla miseria, noi di Open Hands non abbiamo dubbi su come schierarci:  per fare qualche esempio, più risorse per lo stato sociale e meno ( o nulla) per i nuovi e forse difettosi F35, più risorse per i trasporti regionali e meno ( o stop definitivo) alla TAV transalpina, una più stringente tassazione per lobby, finanzieri speculatori, grandi patrimoni e meno pressione fiscale su lavoratori, piccoli imprenditori e pensionati.

Quando i governanti scelgono modalità di raccolta e di utilizzo delle risorse non indirizzate all’equità e al benessere di tutti i cittadini, con priorità per quelli più bisognosi, anzi quando rivolgono quelle risorse solo alla difesa dei privilegi attuali di pochi, ebbene quei governanti miserabili ( nel senso che producono ulteriore miseria) rendono il proprio paese uno stato canaglia nei confronti dei cittadini in difficoltà, facendo accumulare in questi ultimi sdegno, rabbia e sfiducia irreversibile verso lo Stato.

Lo sdegno dei cittadini si traduce inizialmente in volontà di colpire ed abbattere concretamente ciò che marcia contro il bene comune, fenomeno che esprime la spontaneità e la sincerità di un sacrosanto sentimento di forte indignazione, che però non va consumato ( e sprecato) colpendo fisicamente i “governanti miserabili”, ma va indirizzato verso i contesti e le condizioni che portano tali governanti al potere di decidere (male) per tutti.

Anche per questo, noi sosteniamo la campagna di Libera contro la miseria ladra, che appunto ruba nei cittadini anche la fiducia nella democrazia.


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