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giovedì 28 novembre 2019

Appuntatevi questa data 30 Novembre 2019 Giornata della Raccolta Alimentare



Anche quest’anno i volontari di Open Hands, saranno accanto a Fondazione Banco Alimentare Onlus che, organizza ogni anno, l'ultimo sabato di novembre, la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. Iniziativa importante perché si tratta di recuperare tutte quelle eccedenze alimentari e da destinarle ai più poveri del nostro Paese

Ormai giunta alla 23^ edizione, la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare è diventata un importantissimo momento di coinvolgimento e sensibilizzazione della società civile al problema della povertà alimentare attraverso l'invito a un gesto concreto di gratuità e di condivisione: donare la spesa a chi è povero.

Durante questa giornata, presso una fittissima rete di supermercati aderenti su tutto il territorio nazionale, ciascuno può donare parte della propria spesa per rispondere al bisogno di quanti vivono nella povertà. È un grande spettacolo di carità: l'esperienza del dono eccede ogni aspettativa generando una sovrabbondante solidarietà umana.

martedì 5 novembre 2019

Enti Locali tra dissesto ambientale e tutela del Territorio.


di Paolo Cenciarelli
La questione ambientale, legata indissolubilmente all’azione di tutela del territorio, è di certo un tema di rilevanza globale, oltreché di interesse ed impegno sovrannazionale, poiché le cause ed i fenomeni del grave dissesto ambientale ( che si è intensificato gravemente negli ultimi 20 anni), hanno subito un fortissimo incremento proprio a seguito della globalizzazione e della relativa diffusione dell’impostazione “ultra-liberista” nell’utilizzo delle risorse naturali mondiali; a tal riguardo, è ovvio che una gestione del problema che voglia essere minimamente efficace necessita della sinergia e della collaborazione internazionali.

Pertanto è ormai chiaro che il campo da gioco appropriato per affrontare la questione ambientale globale ( nel merito e nella sostanza, con le maggiori garanzie di efficacia e di successo) è lo scenario internazionale ed i suoi vari soggetti competenti; a fronte di ciò,  l’onere che spetta invece alle comunità locali è un impegno non meno difficile e complesso.

Difatti, a livello locale non è possibile intervenire sulle cause strutturali del dissesto ambientale o anche far fronte da soli alle pesantissime e costosissime conseguenze dei più gravi fenomeni di dissesto ambientale ( grandi eventi climatici estremi e imprevisti, avvelenamento di superficie o sotterraneo di estese zone di territorio, con progressiva degradazione del loro equilibrio biologico, etc..); le stesse realtà locali sono però i concreti destinatari degli interventi e delle azioni di tutela ambientale o di bonifica delle zone inquinate.

A tal riguardo, le amministrazioni locali ( Regioni, Comuni, etc..) si troverebbero in un paradossale cul de sac, perché, sebbene siano concretamente il diretto bersaglio degli effetti nocivi del dissesto ambientale e rappresentino la prima linea di resistenza al fenomeno e di recupero delle zone colpite, non hanno poteri e competenze tali da poter intervenire efficacemente ( ovvero a livello sovrannazionale) sulle cause  della questione ambientale e dipendono quasi totalmente dai superiori livelli istituzionali nel reperimento delle risorse economiche necessarie o nella definizione finale delle azioni da effettuare, delle zone di intervento e dei tempi di attuazione dei lavori.

Tale stato di cose renderebbe gli enti Locali dei “protagonisti incompiuti” della questione ambientale e quindi a rischio inadeguatezza: soggetti principali, a volte unici, nell’affrontare la costante criticità del dissesto ambientale e nella quotidiana constatazione dei relativi danni ( materiali, sanitari  e sociali), ma al tempo stesso elementi del tutto secondari e subordinati al Governo centrale per quanto concerne la definizione della strategia di risanamento, in special modo per quanto riguarda il reperimento delle risorse sufficienti per operare gli interventi urgenti e la programmazione ( ed il rispetto) della tempistica dei relativi lavori di rispristino o di messa in sicurezza del territorio.

Allora, a fronte di quanto sopra descritto, in quale ambito gli enti locali possono assurgere ad un proprio ruolo più proattivo, più autonomo e, in definitiva, più efficace nella sfida al dissesto ambientale? Di certo, un buon punto da cui cominciare è quello della prevenzione, ovvero di assumere il principio di tutela ambientale come precondizione per quanto riguarda tutta l’azione ordinaria delle amministrazioni locali, così da eliminare gradualmente almeno tutte le condizioni di rischio originate direttamente dall’azione dell’uomo : dalle competenze urbanistiche di concessione e autorizzazione, a quelle in ambito dei trasporti e della gestione dei rifiuti, alla gestione del verde pubblico e di tutto quanto faccia parte del patrimonio morale e materiale ( e che rientri nella pertinenza dei livelli locali di governo e amministrazione).

Prendiamo per esempio il caso di slavine e frane improvvise causate dall’anomalo riscaldamento ad alte latitudini o di imponenti ed estese “bombe d’acqua”, fenomeni che continuano a produrre innumerevoli danni materiali e a causare  vittime civili; questi fenomeni hanno avuto un impatto così drammatico anche in forza, rispettivamente, dell’azione di disboscamento selvaggio, ad opera dell’uomo, di ampie zone montuose oppure a causa di dissennati piani di urbanizzazione che hanno reso alcune agglomerati urbani vere e proprie trappole mortali.

Oltre alla “prevenzione ambientale” perseguita come conditio sine qua non in tutti gli ambiti dell’ordinaria amministrazione, assumendo appunto lo scrupolo vincolante della tutela del territorio, per gli enti locali la sfida alla questione ambientale si gioca anche nell’attuazione, come ente amministrativo, di sempre più buone prassi ecosostenibili e la conseguente loro diffusione, anche solo per emulazione, da parte di altre amministrazioni.

Dalla percezione chiara ed evidente, da parte della cittadinanza, di una esemplare e corretta gestione amministrativa dei loro Enti Locali, ancor più sana e meritoria se condotta nel rispetto dell’ambiente, può risorgere anche la speranza di raggiungere un obiettivo che i più pessimisti, o i più ipocriti, non credono possa essere realizzabile: ovvero l’impegno, convinto e continuo, a seguire modelli di vita e di lavoro ecosostenibili anche da parte del singolo cittadino, sostenuto e rincuorato dal buon esempio della sua amministrazione locale nel suo sforzo di fare la propria piccola parte per il bene del proprio territorio.

In assenza di un forte e sano esempio fornito dalla propria amministrazione di prossimità o anzi in presenza di evidente gestione amministrativa priva di scrupoli di tutela ambientale, il cittadino comune che persevera in comportamenti e consumi irrispettosi dell’ambiente e del territorio (questa è il presupposto dei pessimisti, o peggio degli ipocriti di cui sopra) non sentirebbe alcun motivo di mutare atteggiamento o anzi avrebbe un alibi in più per mantenere tali comportamenti.