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martedì 8 gennaio 2013

UN SERIO E FUNZIONALE SISTEMA DI RACCOLTA E DI RICICLO DEI RIFIUTI: A ROMA E’ PIU’ DIFFICILE CHE PER LA NASA VOLARE SULLA LUNA.

di Paolo Cenciarelli

Perché raccogliere un tappo contribuisce a mettere una toppa?

Gioco di parole a parte, la risposta alla domanda potrebbe essere assolutamente affermativa…ma il condizionale è d’obbligo.
Provando ad immaginare la pratica della raccolta differenziata dei rifiuti come se fosse un’abitudine già consolidata in ognuno di noi cittadini, nonché ad immaginare un sistema efficace ed efficiente di riciclo programmato e sostenuto da un’amministrazione pubblica competente, si può chiarire meglio che tipo di “rivoluzione dal basso” si potrebbe anche riuscire a coltivare; beh, già immaginare questo scenario in cui la gestione dei rifiuti funziona bene rende un primo assaggio di un mondo rivoluzionato rispetto a ciò che invece è davvero l’attuale sistema dei rifiuti a Roma.
In tale immagine, nei cittadini che pagano ogni anno la tassa comunale per la nettezza urbana nessuno si aspetterebbe certo di ritrovare lo stesso entusiasmo nel pagare l’abbonamento per lo stadio, ma si potrebbe comunque intravedere nei cittadini  uno spirito collettivo più fiducioso nei propri amministratori.
Eppure non sarebbe neanche quest’ultimo il  risultato più rivoluzionario della sfida: produttori di ogni genere di rifiuto indistinto, i cittadini-consumatori maturerebbero una diversa consapevolezza del loro posto nel sistema;  potremmo passare da cittadini che, nel migliore dei casi,  si sentono responsabili della gestione dei rifiuti solo ai fini e nei confini del proprio spazio privato e che, inerti di fronte all’assenza di un sistema generale credibile di raccolta smaltimento e riciclo, sono pieni di alibi nel perpetuare abitudini destinate ad alimentare lo  spreco e il sistema del cumulo in discarica….a cittadini consapevoli che la responsabilità di ciascuno nella gestione dei propri rifiuti è collegata ad una situazione collettiva, cittadini consapevoli che sono i loro propri comportamenti a determinare la nascita e lo sviluppo di soluzioni nuove ed alternative alle mancanze di un’amministrazione o di un sistema inadeguato.
La raccolta dei tappi di plastica è quindi solo uno dei tantissimi e diversi  modi in cui l’anima di questa rivoluzione può essere messa in scena, e che Open Hands ha scelto di interpretare. La raccolta dei tappi di plastica è il primo passo per dimostrare a noi stessi quale maggior potere risolutivo dei problemi possa avere il comportamento individuale di tutti se ben organizzato, rispetto all’attesa inerte da parte della massa in un intervento di chi dovrebbe ma è distratto…distratto nel migliore dei casi.
L’argomento economico relativo allo smaltimento e al riciclo dei tappi ( e più in generale dei rifiuti), seppur importante, non sarà mai valido a darne giustificazione più di quello che potenzialmente può scaturire dall’esperienza del successo di uno sforzo collettivo,  oltre che in termini di tonnellate di rifiuti ben smaltiti, anche ( guardando più in là dell’orizzonte prossimo) in termini di concreta maturazione nei cittadini di un pensiero fondamentale: uno stato democratico funziona ancora meglio  quando la partecipazione della cittadinanza  progetta e immagina scenari che vanno oltre ciò che offre l’attuale status quo, quando la capacità di comunicare, di darsi rispetto e appoggio reciproco, di organizzarsi da parte dei cittadini mette in moto comportamenti che magari poi cambiano totalmente lo status quo…..e questo è il carattere generale di ogni rivoluzione popolare!