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giovedì 8 marzo 2018

Oggi è la giornata internazionale della donna.

Di Grazia Brinchi

La precoce primavera romana ha fatto fiorire gli alberi
  

di mimosa a gennaio e le gelate di questi giorni hanno
fatto appassire quello che è il simbolo più delicato
di questa giornata. Otto marzo comunque, nonostante
le gelate cui la questione femminile è ovunque sottoposta.

E niente mimose perché la giornata non può essere
solo motivo di tristissimi festeggiamenti di donne in
libertà per un giorno all'anno, bensì occasione di
riflessione e di progetti. Riflettere sulla necessità che
 la società riconosca, non solo a parole e non solo una
volta all'anno, la grandezza del valore della cultura femminile.
Riflettere sull'importanza strategica delle donne all'interno di una comunità democratica e in pieno sviluppo.

Essere donna nel nostro Paese è tutt'oggi difficile perché nonostante norme e leggi che ne tutelano la rappresentanza non solo formale ma anche sostanziale a tutti i livelli della società, le donne sono ben lontane dal godere delle stesse opportunità offerte ed elargite agli uomini. In materia di lavoro, nonostante la recente legge contro le dimissioni in bianco, sono ancora troppe le lavoratrici costrette a lasciare la propria occupazione per la maternità.

Mancano i servizi all'infanzia, alla conciliazione vita lavoro; mancano uguali possibilità di guadagno e la donna, pur essendo sempre più soggetto percettore di reddito, attualmente guadagna in media dal 18 al 25 per cento in meno dei suoi colleghi maschi. E al sud del Paese la situazione è ancora più grave. Assistiamo inoltre, inorriditi, è il caso di dirlo, ad una sorta di revanscismo edeologico che vuole le donne fuori dal mercato del lavoro con l'inevitabile ritorno al ruolo di "angelo del focolare", tanto anelato da questa destra retriva e ignorante.

Dunque, se c'è stata una primavera ricca di promesse, le gelate ultime ci inducono a riflettere sul futuro delle donne e sugli orizzonti loro aperti. Perciò accogliamo la carenza di mimose di questo anno come auspicio di una chiamata all'impegno di tutte le donne per ribadire a questa società ancora troppo maschio centrica che è nella complementarietà dei ruoli e dei compiti che la società progredisce. Le donne hanno sempre sfidato le avversità, hanno superato le diverse gelate di cui si è ammantato il loro cammino e se quest'anno mancano le mimose, chissenefrega. Le donne ci sono, sono pronte a nuove sfide e a migliorare una società che non può escluderle o emarginarle. 

Pronte a camminare insieme agli uomini con l'obiettivo di un Paese proiettato verso una declinazione paritaria della democrazia e dunque, più moderno, dinamico e solidale

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