Grande come tre volte la superficie della Francia,
questo enorme ammasso di rifiuti, che si è formato negli ultimi trent’anni, è alimentato
per più del 90% dai grandi fiumi asiatici: Yangtze, Xi e Huanpu (Cina),
Gange (India), Brantas e Solo (Indonesia), Pasig (Filippine) e Irrawaddy
(Birmania).
L’inquinamento degli oceani sta
diventando una questione cruciale per la salute del mare, dei suoi abitanti e
degli esseri umani. Infatti, la plastica che fluttua in superficie, con il
passare del tempo, si scompone in micro-particelle, che arrivano a
mischiarsi con lo zooplancton, alla base della catena alimentare dei pesci. È
chiaro, dunque, che se non differenziamo la plastica essa finisce nei fiumi,
ritorna sulle nostre tavole sotto forma di un bel branzino al forno.
4R ovvero (Ridurre, Recuperare, Riusare, Riciclare) …….
Dobbiamo rafforzare il modo di affrontare questo problema, in primis
nei comportamenti e nelle abitudini quotidiane, perché se è vero che per i
macro-problemi “dovrebbero” intervenire i governi, anche noi possiamo contribuire
alla riduzione dei rifiuti inquinanti correggendo quelle annose abitudini nella
vita di tutti i giorni.
Alcune nazioni hanno cominciato ad adottare misure per limitarne
l’uso della plastica, ad
esempio combattendo l’utilizzo delle monoporzioni o degli involucri (alcuni
comuni in Italia hanno messo al bando la plastica come ad esempio le Isole
Tremiti). Altre hanno impiegato risorse per trovare soluzioni per la pulizia
degli oceani o per gestire meglio le acque dei fiumi. Si valuta che ottimizzando
la gestione dei corsi di acqua dolce si possa diminuire del 50% l’inquinamento
degli oceani e dei mari.
Appunto i
mari, anche nel Mediterraneo il fenomeno di questi materiali rappresenta un
problema serio infatti sono moltissime le tonnellate di plastica che finiscono
in mare. Basti pensare alla povera balena
trovata morta, in primavera, sulle coste della Sardegna, c’erano più
di venti kg di plastica nello stomaco del malcapitato cetaceo. Tra le varie
nazioni che stanno prendendo misure per limitare l’annoso problema, in prima
linea, ce anche l’Italia, infatti con un emendamento della finanziaria del
2017, ha bandito i sacchetti di plastica non biodegradabili, dal 1° gennaio
2019 ha proibito la vendita dei cotton fioc non biodegradabili e dal 1° gennaio
2020 vieterà la vendita di prodotti cosmetici contenenti micro plastiche.
Dunque, siamo
di fronte ad una emergenza planetaria, e tutte le soluzioni percorribili vanno
adottate, anche ad es. imprese come quella di Alex Bellini il quarantenne esploratore
ed avventuriero, noto per le sue iniziative, è partito da un villaggio indiano
sulle rive del Gange a bordo di una zattera, costruita con materiali
riciclati, la spedizione prevede la navigazione
dei 10 fiumi più inquinati del mondo, arrivando fino alla gigantesca isola di
plastica: il Great Pacific Garbage Patch.