Dal 1966 ad oggi, dopo più di
mezzo secolo, il processo verso un efficace decentramento amministrativo è
ancora disatteso e tale ritardo grava sul paese come una grande opera
incompiuta, a causa di decenni di inadempienza da parte delle classi dirigenti
di questo paese, spesso per incapacità politica ma molto più spesso per
mancanza di volontà politica.
Dopo l’elezione del 2016, con l’avvento della giunta guidata da
Virginia Raggi, per i tanto vituperati Municipi di Roma sembrava arrivato
il momento di poter assumere finalmente una maggiore autorevolezza, in primis
agli occhi dei cittadini romani.
I XV Municipi che compongono il
territorio di Roma Capitale, in qualità di Amministrazioni di prossimità e
istituzioni più direttamente collegate ai cittadini, in questo preciso momento
storico necessitano di una svolta sostanziale, nel merito e nella sostanza del
ruolo che devono ricoprire.
L’amministrazione centrale del
Comune di Roma, si trova quindi di
fronte ad un bivio: o dotare della maggiore autonomia possibile i Municipi
oppure sostenere che la struttura politico-rappresentativa del Municipio non ha
un ruolo positivo ma solo ratificante rispetto alla gestione centrale, rendendo
pertanto i Municipi una mera struttura amministrativa che applica direttamente ciò
che viene deciso nell’Aula Giulio Cesare.
La seconda ipotesi sopracitata
rasenta follia pura, anche solo in riferimento all’enorme investimento legislativo
ed economico costruito faticosamente in questi sessant’anni, per delocalizzare risorse economiche
strutturali e competenze amministrative vere.
Invece la scelta di proseguire e
completare con successo l’opera di decentramento amministrativo in direzione
dei XV Municipi è l’opzione più premiante che un’amministrazione lungimirante di
Roma Capitale possa mettere in campo oggi.
Infatti l’effetto sarebbe
duplice: da un lato si abbatterebbero i
tempi dell’amministrazione municipale per rispondere con maggiore prontezza e
con maggiore dettaglio ai bisogni dei cittadini di uno specifico settore del
vasto territorio di Roma capitale, evitando inoltre inutili sovrapposizioni tra
uffici del Campidoglio e quelli municipali; dall’altro,
aumenterebbe il livello di responsabilità della classe politica locale
chiamata a gestire materie di competenza maggiore, sia in termini di funzioni
sia in termini di risorse economiche.
Roma, oggi più di ieri, ha il
bisogno urgente che i suoi XV Municipi diventino più “centrali”, per dare
risposta concreta alle necessità dei cittadini e per essere co- protagonisti
insieme all’Amministrazione Centrale di un’azione amministrativa e di uno
sviluppo urbano degni di una Capitale europea.