Siamo al 57° posto al mondo come libertà di informazione secondo
la classifica dell’organizzazioneReporters Sans Frontières.
Questa
posizione disonorevole deriva dalla mancata risoluzione del conflitto di
interessi, dalla assenza di una seria normativa anti trust, dalle interferenze
dei governi e dei partiti nella nomina delle Autorità di garanzia e del
Consiglio di amministrazione della Rai, e dai tentativi più volte reiterati di
introdurre norme bavaglio, utilizzando il pretesto delle intercettazioni. Un
quadro desolante che l’attuale governo potrebbe addirittura peggiorare, se
venissero confermate le voci di un progetto di smantellamento della Rai.
Questo, dunque, è il momento per chi crede nella tutela di un vero
servizio pubblico di farsi sentire, chiedendo chiaro e forte una riforma che
restituisca la Rai ai
cittadini: l’ambizioso obiettivo di MoveOn Italia.
MoveOn denuncia da tempo le degenerazioni di una TV pubblica
occupata dai partiti ed umiliata per anni da un conflitto di interessi senza
uguali al mondo. Ma l’intento è sempre stato propositivo: riconquistare un bene comune, qual
è l’informazione. Come
dice Marco Quaranta, il primo animatore del MoveOn di Roma: “I cittadini propongono, le
istituzioni possono diventare aperte. Trasformiamo anche la Tv in un bene di e
per tutti!”.
Da qui i nostri 5
punti per cambiare la Rai,
mettendo i cittadini al cuore della nostra riforma – a cominciare dagli utenti
del servizio pubblico, in quanto veri proprietari di un’azienda che finanziano
tramite il canone. Gli stessi utenti dovranno essere coinvolti con modalità
interattive in un processo continuo di controllo e di valutazione, rispondendo
così ad un esigenza di trasparenza e di partecipazione fin qui ignorata.
Non chiediamo la luna. Abbiamo preso ad esempio modelli di
gestione sperimentati in altri paesi europei, come la Germania e la Gran
Bretagna.
Grazie,